Le tavole inserite in queste pagine web riguardano alcune
delle attività del Prof. Agostino Del Buono e precisamente:
- dipinti ad olio
- serigrafie
- tecnica mista
- sculture
- lavori realizzati in rame (sbalzo).
Allo stato attuale non è possibile avere un elenco
dettagliato delle opere poiché la maggior parte dei lavori sono stati venduti, non sono più in
possesso dell'autore.
Le tavole inserite sono minime ma servono comunque a dare un
primo significativo esempio di come l'artista ha operato nel corso degli anni e
disegna tuttora.
Coloro che posseggono un'opera di Agostino Del Buono e
desiderano che venga inserita in queste pagine web, può inviare una fotografia
del dipinto in formato .jpg o .tiff all'indirizzo info@agostinodelbuono.it .
Nella missiva elettronica, dovrà essere specificato: la dimensione, la tecnica
e l'anno di realizzazione che si trova in basso a sinistra o a destra su ogni
lavoro effettuato.
L'autore avrà cura di catalogarla in queste spazio web.
Recensione: Agosto 1986, Leonardo De Luca
Storico d'Arte, direttore del Museo di Lucera
«Ad una lettura panoramica della produzione artistica di
Agostino Del Buono, sorprende innanzitutto l'assenza di forme di uno stantìo
accademismo, che di solito si riscontra nelle opere giovanili di un pittore.
Salta all'occhio altresì uno stile già personale di questo artista, non
affiliato a correnti pittoriche particolari o a noti maestri.
Agostino Del Buono è pittore d'indole, poiché una naturale
predisposizione per l'espressione grafica, ed in genere figurata, è stata da
lui avvertita fin da ragazzo, assecondata ed alimentata con studi specifici ad
indirizzo artistico. Ha frequentato, infatti, e con successo, l'Istituto
d'Arte, che gli ha consentito di entrare in possesso delle tecniche specifiche
di espressione visiva e di affinare la sua sensibilità mediante lo studio e il
confronto di opere ed artisti che costellano il mondo dell'arte.
Il giovane Agostino ha vissuto, dunque, la vita scolastica
con quella partecipazione intelligente ed operosa, tipica di chi, animato da
vivo interesse, segue con trasporto ogni insegnamento, tesorizzandone i
contenuti.
Lo rivedo mio allievo tra i banchi della scuola, sempre
pronto al dialogo, disponibile alla ricerca. E stupiva per la sua precoce
maturità di analisi e di ragionamento.
Il periodo scolastico è stato per Agostino Del Buono una
lunga fase di formazione, ma anche di maturazione, per cui si spiega
l'orientamento già sicuro che si legge nelle sue opere.
Il pittore è essenzialmente figurativo, poiché la sua
tavolozza si anima di paesaggi campestri, di scorci paesaggistici, di nature
morte e figure. Potremmo dire che si tratta di una pittura tradizionale e
moderna nello stesso tempo: il tradizionale si coglie soprattutto nell'essenza
della figurazione, mentre l'aspetto nuovo è rappresentato dalla funziona che
acquista la linea nella grafica e dal valore che assume sulla tela il colore.
La figurazione è ancorata tanto saldamente alla realtà che la maggior parte dei
paesaggi sono delle vere e proprie vedute, con cui Agostino Del Buono canta i
colori della sua terra, lo scorcio suggestivo della sua cittadina, il rigoglio
della natura. Questa stessa figurazione, però, è priva di notazioni
realistiche, che valgono, per esempio, a distinguere la specie arborea
rappresentata. Il colore si dà a macchie, ripropone la sensazione che l’artista
ha ricevuto dalla veduta reale e costituisce piani e prospettive. Ciò che
all’apparenza potrebbe sembrare un «non finito» è invece un «indefinito», di
cui l’artista si serve per rendere la potenziale forza creativa della natura.
Pare, infatti, che quelle masse vegetali siano «in fieri», che acquisteranno
una forma più determinata, più completa nel ciclico evolversi della vita.
La definizione delle cose rappresentate è approssimata, ma a
tutto vantaggio del nuovo ruolo che acquista il colore, che nella qualità
intrinseca dei suoi toni evoca suggestioni stagionali, crea inedite emozioni
visive, suscita particolari impressioni ambientali, suggerisce perfino
romantiche nostalgie.
Nella rappresentazione della figura, Agostino Del Buono non
si smentisce: il soggetto, più che descritto, è sorpreso, le forme sono
suggerite più che definite, ma il significato, proprio per questo, è intenso di
umanità.
Nell’opera «DONNE AI CAMPI» l’artista prescinde dai volti,
le figure sono di tergo, la profondità è data dai forconi obliqui sulle spalle
e il colore è quasi un monocromo, in cui la luce scalpella le forme e
suggerisce lo spazio disteso. L’opera è un frammento di vita campestre, ma
diventa un inno alla laboriosità della nostra gente, anzi all’operosità dell’uomo
di tutti i tempi.
Nella natura morta Agostino Del Buono è attento non solo
alla definizione dei volumi, che a volte, però, si risolvono in eteree forme
bidimensionali, ma anche e soprattutto all’aspetto degli oggetti nei loro toni
caratterizzanti, appagando l’intimo compiacimento descrittivo e assecondando
perfino un segreto vezzo decorativo che ricerca nell’intreccio del serto di
cipolle, nell’ornato floreale dell’orcio, nella lacrima di vernice sulla parete
della rustica pignatta.
Una delicatezza particolare si legge nella grafica di
Agostino Del Buono, che riesce a suggestionare con l’armonia delle linee, come
un concerto di violini. L’armonia nasce dall’elegante contrappunto di ritmi
lineari, che acquistano un fascino fiabesco col velo cromatico dell’acquerello,
che si unisce con discrezione al tratto leggero, in felice connubio. La grafica
di Del Buono è precisa ed eterea, ma più che descrivere evoca forme e volumi,
vaghe prospettive, spazi silenti e la quiete del paese.
Una produzione artistica promettente, dunque, questa di
Agostino Del Buono, ma soprattutto qualificata sia per la ricchezza di
suggestioni, sia per il livello tecnico raggiunto, sia ancora per la freschezza
di immagini e la spontaneità che la caratterizzano».